Interviste di Antonello Saiz su Satisfiction e per Scrittori a domicilio

Per la rubrica Le tre domande del libraio, cronache di un libraio indipendente, è uscita lunedì 7 aprile su SATISFICTION l’intervista su “Quattro giovani malviventi in fuga” che mi ha fatto Antonello Saiz.

La potete leggere qui:

https://www.satisfiction.eu/quattro-giovani-malviventi-in-fuga-intervista-a-mario-valentini/

Antonello Saiz è, con Alice Pisu, il proprietario della libreria Diari di bordo – Libri per viaggiare, che si trova in Borgo Santa Brigida a Parma.

Sono stato ospite dei Diari di bordo sabato 5 Aprile, come “Libraio per un giorno”.

La sera prima, venerdì 4 Aprile, abbiamo fatto una lunga discussione con Antonello Saiz, in diretta su Facebook, sulla piattaforma di Scrittori a domicilio. Si può vedere qui:

https://www.facebook.com/events/1332543351118339/?acontext=%7B%22event_action_history%22%3A[%7B%22mechanism%22%3A%22attachment%22%2C%22surface%22%3A%22newsfeed%22%7D]%2C%22ref_notif_type%22%3Anull%7D

Quattro giovani malviventi fuggono in Emilia

Breve giro di prestazioni di Quattro giovani malviventi in fuga (Exòrma, 2024) in Emilia Romagna. Queste le date e i dettagli:

  • Bolognagiovedì 3 aprile alle ore 18,30 sarò alla Confraternita dell’uva di via Belmeloro 1/E per parlare del libro insieme con Ugo Cornia
  • Parma -venerdì 4 aprile ore 21 – appuntamento on-line con la Libreria Diari di bordo per “Scrittori a domicilio”
  • Parma sabato 5 aprile dalle 10 alle 18 sarò alla Libreria Diari di bordo di Borgo Santa Brigida 9 per fare il “Libraio per un giorno”.

Per saperne di più del libro puoi andare qui https://www.mariovalentini.net/quattro-giovani-malviventi-in-fuga/ o qui https://www.exormaedizioni.com/catalogo/quattro-giovani-malviventi-in-fuga/

La recensione: Mauro Trotta su il Manifesto

Qui sotto un estratto della recensione di Mauro Trotta su “Quattro giovani malviventi in fuga” pubblicata su il Manifesto di venerdi 28 febbraio.

(Mauro Trotta)

Nonostante da sempre lo stile tragico sia stato considerato superiore a quello comico, non mancano, anzi abbondano, nella storia della letteratura, esempi di opere comiche in grado di rappresentare in maniera più ficcante e veritiera la realtà. Del resto i meccanismi alla base della vita reale nell’antichità romana emergono forse in maniera più vivida nelle commedie di Plauto che nelle tragedie di Seneca. E se si vuole capire la realtà italiana, e non solo, dal secondo dopoguerra in poi si può prescindere dal lavoro di Dario Fo? O dalla cosiddetta commedia all’italiana? Insomma, l’ironia, il sarcasmo, la comicità sono sempre stati utilizzati dagli artisti per svelare, e casomai mettere alla berlina, non solo abitudini, comportamenti, stili di vita, ma anche le dinamiche più nascoste del potere.

DEL RESTO, come sostiene Umberto Eco nel Nome della rosa, si può arrivare a uccidere per preservare lo status quo dagli attacchi del comico. E «una risata vi seppellirà» è stato forse uno degli «urli di guerra» più significativi del ’68. Non ci si deve stupire allora se una storia, ambientata a Palermo, dove si parla di rapine, di emarginazione e mafia venga raccontata utilizzando principalmente ironia, umorismo, sarcasmo.

È quanto avviene nel nuovo romanzo di Mario Valentini, Quattro giovani malviventi in fuga(Exòrma, pp. 136, euro 14,50). I quattro ragazzi del titolo si chiamano, o meglio alla Zecca, il loro quartiere, sono conosciuti con i soprannomi di Brum Brum, Minchiasecca, Miracolo e Palummu Mutu. Siamo nei primi anni 2000. Il racconto si basa sulle loro vicende e sulle catastrofiche conseguenze che innescano.

L’autore li segue nel quartiere, in carcere, al mare. Nei loro incontri. Mostra i loro comportamenti. Le persone che li incrociano o, semplicemente, vengono coinvolte dalla loro azioni. Azioni, come una serie di rapine a mano armata fatte utilizzando gli autobus. E il libro inizia proprio con l’ultima di queste rapine, compiuta in un giorno in cui c’era sciopero dei mezzi pubblici. La scena è esilarante: i quattro, completamente strafatti, vengono arrestati alla fermata con i cappellini della Nike rubati in testa, che non riescono a smettere di ridere «per ogni che gli esce dalla bocca». Accanto ai protagonisti, poi, emergono tutta una serie di personaggi indimenticabili. Le fidanzatine, o quelle che loro credono tali, Vanessa che, per il suo impegno, «se voleva era destinata a diventare la prima ragazza laureata del quartiere», Tanino Imparato, Gesù Cristo, il boss del quartiere. […]

(continua a leggere la recensione al seguente link: https://ilmanifesto.it/quattro-giovani-malviventi-nelle-due-citta-di-palermo )

Le altre recensioni uscite sul romanzo le puoi leggere qui: https://www.mariovalentini.net/category/da-poco-in-libreria/quattro-giovani-malviventi-in-fuga/

La recensione: Eleonora Lombardo su Repubblica – Palermo

Qui sotto la recensione di Eleonora Lombardo a Quattro giovani malviventi in fuga (Exòrma), uscita sull’edizione palermitana de la Repubblica  domenica 9 Febbraio 2025.

Dalla recensione:

“La storia sottotraccia è quella che abbiamo letto e leggiamo spesso nella nera locale (…). Ma la penna felice di Valentini, su questo fondale scrive una sorta di ballata dal sapore quasi western, dove sono tutti cattivi, ingigantiti o rimpiccioliti dal loro soprannome e dove la frontiera è rappresentata da una circonvallazione che divide lo stato delle cose dalle cose dello Stato”.

Altre recensioni su “Quattro giovani malviventi in fuga” le trovi qui: https://www.mariovalentini.net/quattro-giovani-malviventi-in-fuga/

Altre notizie sul libro le trovi qui: https://www.exormaedizioni.com/catalogo/quattro-giovani-malviventi-in-fuga/

La recensione: Vanessa Ambrosecchio sul Giornale di Sicilia

Qui sotto, la recensione di Vanessa Ambrosecchio a Quattro giovani malviventi in fuga (Exòrma), uscita sul Giornale di Sicilia mercoledì 5 Febbraio 2025.

Dalla recensione:

“… E siamo a un altro ordine di ragioni per cui questo libro mi è affine, di più: caro. L’assenza di un’ironia a buon mercato, di un didascalismo banale e di un buonismo irritante ne fanno, proprio perché non nasce per esserlo, una valida proposta di lettura per le classi dalla terza media in poi, non solo perché realmente utile per comprendere le ragioni di un fenomeno estremamente complesso che non basta stigmatizzare per sconfiggere, ma perché si apprenda a scuola e si acquisisca per sempre uno sguardo insieme largo e acuminato sul mondo”.

Altre recensioni su “Quattro giovani malviventi in fuga” le trovi qui: https://www.mariovalentini.net/quattro-giovani-malviventi-in-fuga/

Altre notizie sul libro le trovi qui: https://www.exormaedizioni.com/catalogo/quattro-giovani-malviventi-in-fuga/

La recensione: Domenico Conoscenti su Quattro giovani malviventi in fuga

di Domenico Conoscenti (per LuciaLibri)

Delle tre città riportate nelle note autobiografiche di Mario Valentini, Palermo, ultima in ordine cronologico (dopo Messina e Bologna), è senz’altro quella più spesso raccontata e/o descritta e/o riflessa nei suoi libri: in Come un sillabario e (soprattutto) In certi quartieri di sicuro, ma non solo lì. Palermo torna ad essere una presenza, forte più che mai, in quest’ultimo romanzo, Quattro giovani malviventi in fuga (130 pagine, 14,50 euro), pubblicato da Exorma.

Rapina col morto

quattro giovani protagonisti diventano ufficialmente i malviventi in fuga del titolo solo nella seconda parte, a p. 82, dando al romanzo una coloritura thriller, dopo pagine fra le quali si erano aggirati senza fuggire da o verso alcunché. L’evento che innesca la fuga è presto detto: nella loro prima rapina “da grandi” c’è scappato il morto. Da quel momento, divisi in coppie, la voce narrante li condurrà-seguirà alla stazione centrale e poi su un affollato autobus diretto alla spiaggia di Mondello, dove si riuniranno e passeranno anche parte del pomeriggio insieme ad altri amici, come se niente fosse accaduto. Rientrati alla Zecca, il loro quartiere alla periferia di Palermo, si accorgeranno di essere braccati non solo dalle forze dell’ordine ma anche dal boss locale, Tanino Imparato, fortemente e doppiamente contrariato: dal fatto che, grazie alla loro disinvolta imperizia, la polizia ha scoperto il suo bunker, e poi per l’assedio poliziesco per terra e per aria al “suo” quartiere nel tentativo, appunto, di catturare i rapinatori-omicidi. Nascostisi nel box del fratello di uno di loro per diversi giorni, abbandonati da tutti, familiari e amici compresi, i quattro sono costretti ad allontanarsi dal rifugio precario, improvvisando irrazionali fughe separate. Il primo, affidandosi alla protezione paterna di uno dei collaboratori stretti del boss, due nascondendosi nello scantinato di un palazzo con lavori in corso, il quarto attuando una strategia che alla fine si rivelerà essere l’unica vincente. Lo statuto (blandamente) thriller della narrazione non autorizza a dire di più.

Palermo esteso ghetto

Il romanzo però presenta anche qualche carattere noir: l’attenzione puntata molto più sui criminali e sul loro ambiente che sull’investigatore e l’indagine. E inoltre la contrapposizione tutt’altro che netta fra società criminale e società “per bene”, indifferente o collusa con l’altra, che immerge la narrazione in un pessimismo che esclude il lieto fine per tutti. Il quartiere da cui parte e dove si conclude l’esistenza narrativa dei protagonisti si trova straordinariamente a ridosso di ville con piscina, a conferma del fatto che Palermo è, di suo e in tutta la sua estensione, una città porosa, fatta di continue smagliature e repentine ricuciture. È tutta un esteso ghetto. Ma è anche la sua improvvisa negazione. Accurate le descrizioni quasi cinematografiche della sua topografia, dei confini e delle vie di accesso (e di fuga), degli spazi commerciali o industriali abbandonati e inselvatichiti o di quelli più caoticamente abitati, con le attività economiche, lecite e illecite, e la presenza di due soli presìdi legali (scuola e consultorio) a contendere vanamente al boss, detto Gesù Cristo, e ai suoi uomini la gestione di ogni aspetto della vita degli abitanti. Non certo un capo militare (ma non poteva non esserlo), Gesù Cristo appare pubblicamente come un imprenditore (lo è, formalmente) e soprattutto un benefattore. La pratica attiva della paura e della complicità gli danno un controllo assoluto: da un lato impedendo qualunque forma di autonomia a individui e gruppi, dall’altro provvedendo a concedere favori ai richiedenti bisognosi (tutti, cioè, prima o poi) che gli sarebbero stati (eternamente) debitori. Il quartiere mancava di tutto e sembrava esserne felice, chiosa il narratore. E a questo punto il lettore sospetta fortemente di trovarsi nei paraggi di una cruda tranche de vie, di un segmento neorealista, aggiornato e cittadino, del ciclo dei Vinti, un reportage di denuncia del degrado sociale e urbanistico di una periferia contemporanea, potenzialmente estendibile peraltro, mutatis mutandis, a quelle di città come Napoli o Roma o Milano o….

Continua a leggere l’intera recensione sul sito di LuciaLibri entrando qui: https://www.lucialibri.it/2025/01/18/mario-valentini-altro-gesu/

per leggere altre recensioni su “Quattro giovani malviventi in fuga” vai qui: https://www.mariovalentini.net/recensione-augusto-cavadi-di-quattro-giovani-malviventi-in-fuga/

per altre notizie su “Quattro giovani malviventi in fuga” vai qui: https://www.mariovalentini.net/quattro-giovani-malviventi-in-fuga/ e qui: https://www.exormaedizioni.com/catalogo/quattro-giovani-malviventi-in-fuga/

La recensione: Augusto Cavadi su Quattro giovani malviventi in fuga

PALERMO: LA PROTAGONISTA DELL’ULTIMO ROMANZO DI MARIO VALENTINI

di Augusto Cavadi (per Zero Zero News)

Le disavventure di Quattro giovani malviventi in fuga – come recita il titolo del romanzo breve (o racconto lungo) di Mario Valentini edito da Exòrma (Roma, 2024) – costituiscono la trama del testo, ma protagonista direi che è Palermo. Dopo tante inchieste, film, romanzi che le sono stati dedicati, non è facile tentare di decifrare questa città e di restituirne i tratti autentici senza cadere negli stereotipi o addirittura nelle mistificazioni. Tanto più che non si può rappresentare il capoluogo della Sicilia senza confrontarsi con il fenomeno – non meno esposto a retorica e ad equivoci – della mafia. Ma l’autore, che da anni ha scelto Palermo come luogo di vita e di lavoro, ci è in larga parte riuscito.

A prima vista – e le prime pagine dello scritto confermano questa impressione d’insieme – la città è un calderone indistinto di arte d’arrangiarsi, delinquenza, ignoranza, cattivo gusto estetico, biografie d’eccezione che riescono a sgusciare dalla melma in cui si sono trovate a nascere, azioni di arroganza spicciola, speculazione edilizia…Poi, piano piano, il quadro si articola e, articolandosi, si chiarisce. Si comincia a capire che, in questa nebulosa, non tutte le vacche sono grigie: c’è chi domina e chi è dominato; chi sfrutta e chi è sfruttato; chi ha in mano davvero il timone e chi si illude di averlo ma in realtà è strumentalizzato. (…continua sulle pagine web di provenienza…)

continua a leggere l’intera recensione qui: https://www.augustocavadi.com/2025/01/palermo-la-protagonista-dellultimo.html

o qui: https://www.zerozeronews.it/palermo-bifronte-corrosa-da-cosa-nostra-e-capitale-dellantimafia/

notizie bibliografiche su Augusto Cavadi le trovi qui: https://www.augustocavadi.com/p/profilo-bio-bibliografico.html

Altre recensioni di Quattro giovani malviventi in fuga le puoi trovare qui: https://www.mariovalentini.net/quattro-giovani-malviventi-in-fuga/