Qualche mese fa mi era stata recapitata un’email da parte di una sconosciuta sedicente studentessa svizzera che sosteneva di chiamarsi Alessia Blum. Sosteneva anche di abitare a Lugano e di essere in procinto di laurerarsi presso la Facoltà di comunicazione, cultura e società dell’Università della Svizzera italiana con una tesi sul tema della fragilità della figura di Gesù nella letteratura italiana dagli anni settanta a oggi. Sosteneva anche che in questa tesi avrebbe analizzato il mio libro Vangeli Nuovissimi insieme ad altri due libri che riprendono i vangeli: Il quinto evangelio di Mario Pomilio e La notte del lupo di Sebastiano Vassalli.
La faccenda mi puzzava. Mi puzzava di scherzo, truffa o raggiro. Ero certo che dietro quella Alessia Blum ci fosse qualche buontempone di internet, un hacker o magari qualche conoscente maligno che voleva truffarmi o prendersi gioco di me. Ne ero certo per due motivi. Primo: per il cognome, che era evidentemente stato inventato storpiando il famoso personaggio dell’Ulisse di Joyce. Secondo: perché tra tutti gli scrittori che erano stati, come dire, invitati a partecipare alla tesi l’unico vivo ero io. Ero evidentemente stato individuato, tra tanti autori viventi di libri, come l’unico gonzo che poteva cadere in uno scherzo o truffa, mettendolo in mezzo a della gente morta da tempo.
Io, che nelle trappole e nelle truffe di internet non ci casco mai e che ad esempio alle email che ti dicono che hai ricevuto un’eredità in Uganda non rispondo perché so bene che si tratta di una truffa in cui vogliono spillarti dei soldi, sto sempre sul chi va là per non cascare nelle trappole di internet. Dunque l’ho capito subito che si trattava di uno scherzo o di una truffa. E così ho fatto solo finta di rispondere all’email, per vedere come andava a finire.
Questo hacker che si nascondeva dietro il finto nome di Alessia Blum, inventato ispirandosi all’Ulisse di Joyce, era un hacker bravissimo. Mi ha fatto un’intervista impostata molto bene, con delle domande proprio ben poste, si vedeva che aveva perfino letto attentamente il mio libro, Vangeli Nuovissimi. E io ho risposto alle sue domande, solo per vedere come andava a finire la cosa, sapendo benissimo che si trattava dello scherzo di un hacker. Era un hacker con un’ottima cultura personale, perché poi ha portato avanti lo scherzo talmente bene che davvero ha fatto finta di scrivere la tesi. Ma una tesi fatta proprio benissimo, molto interessante. A un certo punto me l’ha anche spedita via posta, facendo finta di essersi laureata, e ci ha messo una bellissima dedica, proprio come se fosse veramente una vera studentessa che ti sta ringraziando per avere collaborato alla sua tesi di laurea.
Ora metto le foto della finta tesi qui sotto, ditemi voi se non c’era da cascarci a uno scherzo del genere, fatto benissimo, di una che fa finta di fare la tesi su un tuo libro. Ma io sono un dritto e non ci sono cascato, non ci ho creduto. Non sono un gonzo io, a me non la si fa tanto facilmente, anche se la tesi devo dire che era fatta davvero bene.



Poi, com’è, come non è, lo scherzo è continuato fino a ieri. L’hacker ha fatto finta di essere anche una giornalista che scrive su un giornale del Canton Ticino, Il Corriere del Ticino si chiamerebbe. E mi ha spedito la foto di una finta pagina di giornale in cui ci sarebbe l’articolo completo con l’intervista a me. Proprio imitato precisamente, sembra vero il giornale. Ditemi se al posto mio non ci sarebbe cascato chiunque a questo scherzo. Roba da non crederci, proprio!
