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Michelangelo Pistoletto, Venere degli stracci , 2024, piazza del Municipio, Napoli.
Opera molto nota di Michelangelo Pistoletto, la Venere degli stracci risale al 1967. Si tratta di una riproposizione della Venere con la mela (1813–1816) di Berte Thorvaldsen, alla cui bellezza classica e intangibile viene affiancato un cumulo di stracci.
Ne sono state realizzate da allora molte versioni, custodite in diverse collezioni: alla Tate di Liverpool, al Castello di Rivoli, oltre che al MADRE di Napoli.
La Venere del Maschio Angioino
Questa ulteriore versione, che si potrà vedere probabilmente solo fino a fine giugno 2024 sempre a Napoli, in piazza del Municipio, dalle parti del Maschio Angioino, ha dimensioni monumentali e una storia già molto lunga e travagliata.
Acquistata dal Comune di Napoli, era stata collocata a piazza del Municipio il 28 giugno 2023, tra qualche polemica, notevole incomprensione circa il suo valore e significato e nemmeno troppi onori di cronaca. Ma il 12 luglio 2023, esattamente due settimane dopo l’inaugurazione, alle cinque del mattino, un incendio doloso l’aveva distrutta e la Venere napoletana era improvvisamente diventata argomento di articoli e discussioni sulla stampa nazionale e estera. Il rogo di cui era stata oggetto, insomma, aveva incendiato il dibattito pubblico.
Si era subito pensato a un gesto intimidatorio, poi all’atto vandalico di una baby-gang, molti artisti e personaggi pubblici avevano solidarizzato con Michelangelo Pistoletto, il quale aveva dichiarato: “La distruzione della Venere degli stracci non mi stupisce. Mi spaventa perché mi mette davanti a una situazione drammatica del nostro tempo. Un tempo in cui si continua a rispondere a qualsiasi proposta di bellezza, di pace e di armonia con il fuoco e con la guerra. Mi sembra quasi l’eco di quel che sta succedendo nel mondo dove c’è gente che dà fuoco da tutte le parti”. E poi: “Ci sono fuochi ben più gravi, ben più pericolosi che consumano la vita delle persone. Questa Venere rappresenta la rigenerazione, rappresenta la possibilità che ci sia armonia tra gli estremi, ovvero la bellezza e la brutalità. Purtroppo vediamo che la brutalità riemerge continuamente”.
L’autore del rogo era stato individuato e rintracciato nel giro di un giorno, grazie alle telecamere di sorveglianza presenti nell’area: si trattava di un clochard con problemi mentali. Uno abituato a frequentare lo squilibrio più che l’armonia, insomma, gli stracci più che la divina bellezza.
Ai primi di dicembre del 2023 il clochard è stato condannato a quattro anni di reclusione e al pagamento di una multa di quattromila euro. Anche questa condanna ha sollevato molte polemiche, essendo parsa a molti troppo pesante, eccessiva.

La Venere dopo le ceneri
Essendo del tutto irrecuperabile, Pistoletto ha rifatto l’opera utilizzando materiali ignifughi e l’ha donata gratuitamente alla città di Napoli. I soldi del crowdfunding raccolti per la sua ricostruzione sono stati devoluti a progetti sociali destinati a persone affette da disabilità intellettiva e a donne in regime di detenzione.
Io ho fatto in tempo a vederla qualche giorno fa in piazza Municipio, mentre portavo a spasso per Napoli sessantatre ragazzini e ragazzine in viaggio d’istruzione. È stata una visione fugacissima, quei ragazzini mi tiravano verso via Toledo, dove volevano andare al più presto a far compere. E verso la meta assoluta e prepotente dei loro desideri: la piazza dei quartieri spagnoli con il murale di Maradona. Non saprei dire dunque se è vero quel che dicevano alcuni detrattori dell’opera: che risulterebbe “sbagliata” perché fuori scala sarebbe il rapporto dimensionale tra la Venere e gli stracci.
A fine giugno 2024 la Venere dovrebbe essere spostata nella Basilica di San Pietro ad Aram, tra Forcella e Napoli Centrale. Saranno i giovani del progetto Policoro a prendersene cura e a guidare i visitatori alla scoperta dell’opera. Tra questi, c’è anche l’intenzione di coinvolgere il clochard autore del rogo dell’anno scorso.
La nuova collocazione produrrà, di fatto, un definitivo slittamento di senso della Venere, facendola diventare una sorta di opera sacra. Anche la Basilica che la ospiterà cambierà nome, se ho ben capito, e dunque verrà investita anch’essa di una nuova significazione, diventando la Cattedrale della Carità. Il rischio è che la dea pagana, entrando in chiesa, con un ulteriore scarto di senso, si converta e diventi quasi una madonna cristiana, protettrice dei poveri.
Ma questa è una storia non ancora scritta, di cui nulla si può dire. Prerogativa di tanta arte contemporanea è il gioco di relazioni che si instaura con lo spazio e con il contesto, e che genera significato in una sorta di continua riscrittura che rende le opere non definite in sé ma porose agli eventi e agli accidenti. La Venere napoletana di Pistoletto sembra destinata a diventare quasi un caso esemplare di questo caratterisco procedimento o processo.
Le notizie sulle vicende napoletane della Venere degli stracci le ho tratte per lo più dai seguenti articoli: https://www.artribune.com/attualita/2023/07/venere-stracci-opera-sbagliata/, https://www.quotidiano.net/napoli/venere-stracci-condanna-clochard-jk6v10w8, https://www.doppiozero.com/la-venere-degli-stracci-restituita, https://www.ilsole24ore.com/art/la-venere-stracci-pistoletto-ritorna-napoli-AFSe9QxC
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