Categoria: raccontare le bestie

Coleotteri e calcetto

Cosa c’entra il gioco del calcetto con i coleotteri? Proprio niente.

Però quello che voglio raccontare è come, grazie a una disgraziata partita di calcetto, ho saputo dell’esistenza di un coleottero che ha delle dotazioni davvero straordinarie. Se ce le avesse un calciatore gli sarebbero molto utili.

Dunque, il fatto è questo. Circa dieci giorni fa mi ero fatto male, appunto, giocando a calcetto. Cioè, mi ero fatto male, era stato un difensore ultrasessantenne ad azzopparmi con uno dei suoi interventi pericolosissimi. Dicono che non lo fa per cattiveria. Il fatto è che lento, dicono. Gli impulsi nervosi del cervello arrivano nelle zone periferiche del suo corpo con un ritardo di diversi secondi. Così, ogni volta che vuole prendere la palla, la palla è già passata da un pezzo, e la sua gamba va a finire su tutto ciò che trova vicino e che palla non è. Nello specifico, circa dieci giorni fa è andata a finire sulla mia caviglia, storcendola tutta e provocando anche una lieve distorsione al ginocchio.

Non ho intenzione, qui, di farmi vendetta verbale grazie al potere di cui gode chi detiene il privilegio della parola scritta, pur avendo passato tre giorni di totale immobilità, sdraiato sul divano. Dopo tre giorni di ghiaccio e creme sulla caviglia infortunata, sono risorto. Era il 22 aprile e c’era una bella giornata di sole. Per testare le effettive condizioni di salute della caviglia, zoppicando ancora un po’, ho fatto una breve passeggiata fino a un comprensorio di ex-capannoni industriali che c’è vicino casa mia. Ora sono un polo rinomato di attività culturali e ricreative della città. Lì ho scoperto che era un giorno speciale, dedicato alla Terra. Mi sono seduto bel bello a un tavolino di un locale dove si beve e si mangia all’aperto. Ho ordinato un caffè e ho incominciato a leggere un libro. Intanto ascoltavo una ragazza che, poco distante da me, spiegava a un gruppo di bambini le magnifiche virtù della menta. E mentre mostrava a questi bambini alcune piante di menta che c’erano in un’aiuola lì accanto, faceva notare delle macchioline un po’ fosforescenti. Erano decine e decine di insettini, dei coleottori. Un tipo di coleottero conosciuto con il nome improprio di maggiolino verde, ma che dal 1758 porta il nome scientifico di cetonia aurata. È stato il famoso Linneo a dargli questo nome.

La ragazza spiegava ai bambini che quel coleottero è uno dei principali impollinatori della menta. Diceva che si nutre di sostanze zuccherine e nettare e così va portando a destra e a manca i pollini favorendo l’impollinazione della menta. Non danneggia le piante. Può risultare dannoso, a quanto pare, solo alle rose e ad alcune altre tipologie di fiori che hanno la caratteristica di avere gli organi riproduttivi un po’ nascosti e poco accessibili. E allora per raggiungere il nettare la cetonia aurata li trapassa facendo del danno. Per il resto sono innocui: sia loro che le loro larve.

Dunque la ragazza diceva ai bambini, dando una lezione di vita e di corretto comportamento ecologico, che non bisogna sterminare i coleotteri con sostanze chimiche perché non fanno male a nessuno, anzi fanno del bene.

Io intanto ormai facevo solo finta di leggere. Ma non leggevo più. Occhi sul libro, ascoltavo con molta attenzione la ragazza che parlava ai bambini della cetonia aurata.

Che animale straodrinario, venivo a sapere, la cetonia aurata. Che grandi dotazioni possiede!

Diceva la ragazza che ad esempio tutti i bambini potevano notare che è un insetto visibilissmo. Non passa inosservato. Non si nasconde dai predatori mimetizzandosi con le foglie o con gli stecchi dei rami, come fanno decine e decine di altri insetti. Lui per salvarsi dagli animali cacciatori che se lo vogliono mangiare usa due tattiche, molto diverse. La prima non è un buon insegnamento per i giocatori di calcetto ma la seconda motissimo.

La prima si chiama tanatosi. Consiste nel fatto che quando si avvicina un animale che se la vuole mangiare la cetonia aurata cade a terra stecchita facendo finta di essere morta. Il predatore, al quale non piacciono le carogne, la lascia stare. E la cetonia si salva. Capite bene che questa non è una buona tattica per un giocatore di calcetto. Se si avvicina l’avversario ultrasessantenne che ti vuole azzoppare non serve a niente che cadi a terra stecchito. Intanto perdi la palla e non puoi più andare verso la porta a fare gol. E poi un calcione ti può arrivare comunque, anche se sei per terra e sembri morto.

La seconda invece, che è altrettanto ingegnosa, se potesse usarla un giocatore di calcetto sarebbe utilissima.

Succede infatti che la cetonia aurata, al suo interno, ha tutti gli organi impregnati di acido urico e acido formico, diceva la ragazza, che sono sostanze puzzolentissime. Quando si avvicina un animale che se la vuole mangiare, la cetonia rilascia questi acidi dalla cavità anale, facendo puzze terribili, che disgustano il predatore facendolo scappare a gambe levate, più lontano possibile. Ecco! Questo a calcetto sarebbe davvero utile. Si avvicina l’ultrasessantenne che ti vuole azzoppare? Tu rilasci l’acido urico. O quello formico. O tutt’e due assieme. L’avversario è disgustato, si ferma, gira alla larga, nemmeno ti si avvicina. Tu stoppi la palla, ti giri, te l’aggiusti, prepari con calma il tiro. Puoi anche fare altri tre o quattro passi verso la porta. Nessun avversario ti si avvicina, anche il portiere si scansa, fai gol indisturbato. È un trionfo. E soprattutto: nessun pericolo di farsi male.

[su argomenti simili tra gli appunti di questo blog si può leggere anche questo racconto: https://www.mariovalentini.net/fare-come-gli-scarafaggi/]

galline soltanto galline

Il 18 Gennaio è uscito il numero 31 di Nuova Tèchne, interamente dedicato alle galline. Diretta da Paolo Albani e curata con Michele Farina e Jacopo Narros, Nuova Tèchne è una rivista di bizarrie (letterarie e non) che pone al centro della sua ricerca il comico, il nonsenso, il fantastico, il bizzarro, il gioco.

Se ho ben capito, sono tutte galline inedite in Italia quelle pubblicate su questo numero. Di certo la mia lo è. Una gallina della Louisiana che fa coccoodè come tutte le altre ma che pratica il gioco d’azzardo.

Qui di seguito l’elenco di tutti i (più o meno) esperti di galline autori dei testi:

P. Albani R. Barbolini A. Busetto Vicari R. Butazzi G. Calandriello N. Calvagna A. Canaletti A. Castronuovo G. Chiaraluce C. Fabris M. Farina L. Fois E. Frontaloni R. Gianinetti P. Grassini T. Landolfi L. Malerba G. Mammi J. Masini P. Morelli J. Narros A.C. Pedrazzini M. Pelliti P. Pergola S. Poli D. Prato G. Randaccio A. Ravasio J. Renard M. Santinelli G. Scarciello A. Somenzari S. Tonietto A. Trasciatti M. Valentini P. Vistoli J.R. Wilcock G. Zaffagnini G. Zauli

Nuova Tèchne è pubblicata in ebook dalla casa editrice Quodlibet e si può acquistare qui: https://www.quodlibet.it/rivista/9788822913616